LE PULCI NEL CANE E NEL GATTO
26/11/2020Delle 1800 diverse specie di pulci presenti sul pianeta, solo cinque o sei sono causa di problemi negli animali da compagnia; tra queste, la più importante è la Ctenocephalides felis, che da sola rappresenta in Europa circa il 70% del totale.
Malgrado il nome, essa aggredisce indiscriminatamente molti animali, uomo compreso.
Le pulci adulte sono piccoli insetti bruni privi di ali, talvolta visibili mentre corrono attraverso il mantello dei nostri animali, in particolare nelle zone dove il pelo è più rado.
Le pulci sono attratte dal calore corporeo e una volta raggiunto l’ospite (animale o persona) si insediano e si nutrono del suo sangue.
Le punture sono causa di deperimento e anemia, ma in soggetti predisposti possono sviluppare reazioni allergiche dovute alla sensibilizzazione ad alcune componenti della saliva della pulce.
In questi casi, poche punture sono sufficienti a scatenare una violenta crisi pruriginosa che nei pets si manifesta con mordicchiamento, grattamento e leccamento nelle aree più colpite (dorso, inguine, addome…), accompagnati da arrossamenti, papule simili a punture di zanzara, forfora, escoriazioni e un progressivo diradamento del mantello.
Nelle persone l’allergia alla puntura di pulce si esprime con lesioni papulo-pruriginose attorno alle caviglie o in altre sedi del corpo, se al cane o al gatto di casa è permesso dormire nelle poltrone o nel letto del proprietario. Da non trascurare la possibilità che hanno le pulci di veicolare malattie, come la tenia (verme intestinale piatto), che in alcuni casi si trasmette anche ai bambini, o la Bartonellosi, meglio conosciuta come “malattia da graffio del gatto” (infezione batterica che colpisce circa 2.000 persone all’anno).
Un problema spesso non percepito
I proprietari spesso s’illudono che i loro amici a quattro zampe non abbiano pulci.
Tale convinzione è basata sul mancato ritrovamento del parassita sull’animale e sull’assenza del prurito.
In realtà il prurito si manifesta solo se è presente l’allergia alla puntura, e in questo caso resta difficile ritrovare le pulci perché l’animale le caccia assiduamente, allontanandole dal proprio corpo o ingerendole! Le pulci diventano facilmente visibili quando l’animale subisce una pesante infestazione oppure quando, ammalato, non riesce ad eliminarle adeguatamente. Un modo indiretto per dimostrare la presenza di pulci è il ritrovamento delle loro deiezioni sotto forma di piccoli granellini nerastri detti anche “polvere di carbone”.
Un problema ambientale
Altro luogo comune da sfatare è che le pulci siano presenti solo sull’animale. In realtà gli insetti adulti che vivono sull’ospite rappresentano una piccola parte (15%) della popolazione globale. Per ogni pulce adulta presente sull’animale ci sono decine di forme immature, disperse nell’ambiente. L’infestazione da pulci riguarda quindi sia gli animali che l’ambiente in cui vivono, come le abitazioni dei loro proprietari.
Infatti gli insetti cambiano diverse volte aspetto; in particolare, per resistere alle avverse condizioni invernali, le forme immature formano dei bozzoli molto resistenti dove si annidano e restano vitali per svariati mesi, sino a che – raggiunta la primavera- completano il loro sviluppo in insetto adulto e si liberano nell’ambiente. Il ciclo delle pulci in condizioni ottimali di temperatura e umidità si compie in poche settimane ma in condizioni avverse, come ad esempio in una casa chiusa o abbandonata, può richiedere anche parecchi mesi.
Per affrontare in modo corretto il problema della protezione del cane, del gatto e della casa dalle pulci, è importante intervenire su tutti gli stadi di sviluppo del parassita, interrompendone la proliferazione.
Lo stadio iniziale è quello di uova e ogni pulce adulta durante la sua vita ne può deporre sino a 2.000!
Le uova presenti sul mantello cadono a terra nelle zone dove gli animali usualmente si sdraiano come tappeti, moquette, coperte, cuscini, divani, poltrone e letti.
Le uova si schiudono in 1-10 giorni, liberando le larve, simili a piccoli vermi biancastri visibili ad occhio nudo. Le larve sono molto attive e per evitare la luce e il disseccamento si nascondono in profondità in tappeti, moquette, nelle fessure del parquet, dietro i battiscopa, dove vivono non viste cibandosi delle deiezioni delle pulci adulte (sangue essiccato) e proseguono in 7-12 giorni il loro sviluppo a pupe.
Il terzo stadio è quello della pupa: la larva a seguito di un calo nel suo ormone giovanile inizia la metamorfosi e crea un bozzolo per continuare lo sviluppo; in condizioni ambientali ottimali la pulce adulta si libera in 2-3 settimane, ma la pupa può rimanere vitale nel bozzolo per mesi, liberando l’adulto solo in presenza di un potenziale ospite, percepita attraverso le vibrazioni del pavimento o dall’aumento di anidride carbonica e temperatura ambientale.
La pulce adulta liberata dal bozzolo è estremamente affamata e nell’ambiente andrà immediatamente alla ricerca di un ospite, animale o persona che sia, su cui nutrirsi e dare inizio ad un nuovo ciclo.
Se il trattamento viene effettuato contro la pulce adulta presente sull’animale e non si interviene interrompendo il ciclo vitale del parassita, si dovrà attendere che tutte le uova e le larve disseminate nell’ambiente completino il loro sviluppo e aggrediscano il loro ospite, prima di riuscire ad eliminarle completamente. In questo caso l’ambiente resterà infestato da uova e larve per settimane o anche mesi.
Inoltre si deve tener conto che in un periodo di tempo così ampio è possibile che avvengano nuove infestazioni, e poco importa se l’animale in questione non esce mai di casa: le pulci infatti possono essere veicolate dagli indumenti delle persone o da altri animali.
Infine se ci spostiamo, con o senza i nostri amici a quattro zampe, nella casa del mare o di campagna rimasta chiusa per un po’ di tempo, facilmente dovremo fare i conti con le pupe protette nei loro bozzoli… in paziente attesa dell’ospite di turno!
Le nuove frontiere nella protezione dell’animale e dell’ambiente
Si combattono efficacemente, ma solo su più fronti. Qualsiasi tipo di trattamento o di prevenzione delle pulci non deve prescindere dalla conoscenza del loro ciclo vitale e delle loro abitudini di vita.
Ci sono diversi metodi per affrontare il problema, ma presi singolarmente nessuno è in grado di eliminare le pulci in modo definitivo.
Molti antiparassitari eliminano efficacemente le pulci adulte che si trovano sull’animale già poche ore dopo la loro applicazione.
Tuttavia la loro azione non è sufficiente ad eliminare il problema visto che l’85% dell’infestazione si trova nell’ambiente sotto forma di uova, larve e pupe. Per ottenere risultati concreti è necessario prestare particolare attenzione all’ambiente in cui vive l’animale.
Gli sforzi della ricerca scientifica in tema di disinfestazione sono stati finora indirizzati su prodotti ad azione adulticida, raggiungendo livelli di efficacia anche molto elevati.
Un principio attivo le cui proprietà sono da tempo conosciute ed apprezzate è il Fipronil, che non solo provvede ad una prima eliminazione delle pulci e delle zecche, ma continua ad esercitare la sua azione antiparassitaria, sia nel cane che nel gatto, per almeno 30 giorni.
La molecola, una volta a contatto con l’esoscheletro dell’insetto, viene assorbita e raggiunge il sistema nervoso dove agisce bloccando gli impulsi e inibendo l’effetto neuroregolatore del Gaba (acido gamma-aminobutirrico). La morte del parassita avviene rapidamente per ipereccitazione.
Questo prodotto ha il vantaggio di agire rapidamente tramite contatto diretto del parassita con la cute e il mantello dell’animale trattato.
In questo modo è capace di eliminare le pulci prima che possano pungere, evitando che s’inneschi una reazione allergica o una crisi pruriginosa nell’ospite.
Inoltre, concentrandosi all’interno delle ghiandole sebacee annesse ai peli, che fungono da serbatoio, viene rilasciato “naturalmente” durante le secrezioni ghiandolari per diverso tempo, resistendo in questo modo anche a bagni e lavaggi con shampoo medicati.
Recentemente, la ricerca scientifica ha aperto nuove prospettive nella lotta ai parassiti del cane e del gatto, attraverso l’utilizzo degli inibitori della crescita degli insetti (IGR).
Queste molecole sono in grado di mimare l’azione dell’ormone giovanile degli insetti, che si trova normalmente in concentrazioni relativamente alte allo stadio larvale, ma che deve diminuire per permettere il passaggio della larva allo stadio di pupa. Un principio attivo che ha dimostrato assoluta efficacia in tutti i test di laboratorio è (S)-Methoprene, che agisce specificamente sulle uova e le larve di pulci disseminate nell’ambiente, in modo da interrompere il loro ciclo di vita.
(S)-Methoprene “inganna” l’organismo della pulce simulando l’azione del suo ormone giovanile: mantenendone costantemente alto il livello inibisce la schiusa delle uova, la metamorfosi larvale e in definitiva il passaggio da larva a pupa. La larva non evolvendo a pupa muore, bloccando definitivamente la nascita di nuove pulci.
L’(S)-Methoprene ha inoltre dimostrato di esercitare un’azione anche nei confronti delle pulci adulte: ha la capacità di penetrare nella cuticola dell’insetto e di concentrarsi nelle ovaie delle femmine, ostacolando la deposizione delle uova e inibendo la schiusa di quelle già deposte.
Il Frontline Combo contiene in combinazione una molecola adulticida e un inibitore di crescita degli insetti.
Questo prodotto innovativo agisce contro le pulci su due fronti – animale e ambiente – combinando l’azione adulticida del Fipronil con l’(S)-Methoprene in modo da interrompere il loro ciclo di vita.
Un elemento fondamentale emerso dagli studi svolti su entrambi i principi attivi è la loro sicurezza per i cuccioli di cane e gatto, e per le femmine in gravidanza o durante l’allattamento.
Studi scientifici hanno dimostrato che l’associazione Fipronil + (S)-Methoprene può essere usata sia sui cani che sui gatti senza alcun effetto collaterale per nessuna delle due specie (le confezioni per le diverse taglie del cane e per il gatto contengono la stessa formula e differiscono tra loro solo per il volume).
Questo dato è da tenere in considerazione in un Paese come il nostro, in cui la convivenza di cani e gatti nelle famiglie è un fenomeno particolarmente diffuso: su un totale di circa 14 milioni di cani e gatti, infatti, in ben 5 milioni di casi animali delle due specie dividono lo stesso ambiente di vita familiare.
Conclusioni
Per risolvere il problema dell’infestazione da pulci, è quindi necessario utilizzare un prodotto che contenga in combinazione entrambi i principi attivi (uno specifico per le pulci adulte, l’altro per le uova e le forme larvali), in modo da intervenire su tutte le fasi del ciclo del parassita.
Particolare attenzione va prestata all’applicazione, che deve avvenire su tutti gli animali conviventi direttamente sulla cute, senza disperdere il prodotto sul pelo dell’animale.
L’azione su più fronti consente di risolvere il problema definitivamente, proteggendo simultaneamente il cane, il gatto e la casa e prevenendo le reinfestazioni con un solo gesto.
È importante, infine, ricordarsi di non abbassare la guardia nemmeno nel periodo invernale. Le pulci adulte possono colpire i nostri animali e invadere gli ambienti domestici tutto l’anno; anche se le infestazioni più importanti si manifestano tendenzialmente in primavera e in estate, le condizioni climatiche presenti nelle nostre case, grazie agli impianti di riscaldamento, garantiscono una temperatura ottimale al ciclo della pulce anche in autunno e in inverno.
ANIMALI D’AFFEZIONE: EVOLUZIONE DEI COMPORTAMENTI
della Professoressa Marina Verga, Cattedra di Etologia Zootecnica e Consultorio per i piccoli animali, Facoltà di Veterinaria, Università di Milano
Secondo gli ultimi dati ufficiali, nelle case degli italiani vivono circa 14 milioni di cani e gatti; in 5 milioni di casi, si tratta di cani e gatti che convivono sotto lo stesso tetto (fonte: Sofres – Ceesa Pet Owner Survey 2002). Rispetto anche a soli pochi anni fa, il numero degli amici a quattro zampe nelle nostre famiglie è andato progressivamente aumentando, e parallelamente è mutato anche l’atteggiamento dei proprietari nei loro confronti. Infatti sempre più spesso gli animali da compagnia vengono considerati veri e propri componenti del nucleo familiare. Oggi quindi c’è, o ci dovrebbe essere, una maggiore attenzione ad una serie di aspetti quali il benessere fisico, l’alimentazione, e soprattutto le caratteristiche comportamentali dell’animale. Un diverso modo di porsi da parte dei proprietari ha avuto l’inevitabile conseguenza di modificare lo stesso stile di vita di cani e gatti.
In appartamento
Considerati ormai familiari a tutti gli effetti, a cani e gatti oggi viene spesso concesso… quasi tutto. In effetti le abitudini di vita casalinghe degli animali domestici sono profondamente cambiate negli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda sia i ritmi di vita che gli spazi a disposizione degli animali nell’ambito del territorio domestico. In molte case convivono più animali: ogni famiglia gattofila possiede, statisticamente, quasi due gatti, mentre una famiglia cinofila su cinque possiede due o più cani. Non solo, sono numerose le famiglie proprietarie sia di cani sia di gatti: in Italia quasi un milione e mezzo di nuclei famigliari, sfatando radicati luoghi comuni che vogliono che cani e gatti si detestino, hanno scelto di dividere spazi e affetto con entrambi gli animali. Questo è possibile se la gestione e l’educazione degli animali sono condotte adeguatamente, e spesso può dimostrare come la convivenza tra le due specie sia in molti casi una realtà. Cani e gatti, infatti, possono diventare amici, al punto da scambiarsi tranquillamente le cucce o addirittura dormire pelo contro pelo nella cuccia dell’uno o dell’altro. Lo dimostrano anche alcune testimonianze tratte dalla ricerca Frontline Combo: “Oltre al gatto possiedo anche un cane, e quando entra in casa sta vicino a lui e lo coccola” , oppure “il cane e il gatto si scambiano sempre effusioni”. Vero è che questa convivenza non sempre è tranquilla: “Il mio cane caccia i gatti dal letto, e si sdraia nel punto preciso dove si trovavano”…
Ovviamente la possibilità di una convivenza pacifica è legata ad una serie di fattori, tra cui soprattutto il ruolo di ognuno degli animali nell’ambito della famiglia, e di conseguenza la suddivisione corretta dei territori e la possibilità che ogni soggetto trovi una sorta di sottoterritorio da identificare come luogo di riposo e di relax. Ciò dipende anche dalle caratteristiche della specie: cani e gatti sono molto diversi tra loro, proprio in relazione alle loro caratteristiche di base specie-specifiche. Il cane infatti è tipicamente sociale, con una vita di branco strutturata, in cui ogni individuo deve trovare il suo rango preciso. Il gatto invece è un animale più solitario, anche se sicuramente socievole. In ogni caso entrambi hanno esigenza della cosiddetta cuccia che funga da tana, in cui trascorrere i momenti di maggiore tranquillità e di riposo. Questo fatto è spesso purtroppo trascurato da molti proprietari, per cui l’animale si ritrova a scegliere di volta in volta il luogo di riposo, magari identificandolo con lo stesso del proprietario: il letto, la poltrona, il divano. Ciò può indurre confusione nell’animale, che senza indicazioni precise si ritrova disorientato. L’indicazione da parte del proprietario del luogo di riposo può contribuire anche a ridurre stati ansiosi e ad incrementare la pacifica convivenza di animali che, anche se diversi, possono comunque condividere spazi comuni, purché ognuno abbia acquisito il proprio ruolo in seguito alla gestione corretta da parte del proprietario.
Questo è importante anche considerando che il tempo che gli animali trascorrono in casa è aumentato, sia perché sta diminuendo l’abitudine di farli dormire all’aperto, in cucce o casette allestite apposta per loro, sia perché gli impegni quotidiani sempre più pressanti (in famiglie sempre meno numerose) portano via tempo alle uscite all’aria aperta in compagnia dei propri animali; gli stessi gatti, in passato abituati a uscire almeno di tanto in tanto da casa per fare un giro nel quartiere quando non addirittura sui tetti, sono diventati più casalinghi (almeno nelle grandi città, dove è sempre più difficile incontrare gatti domestici in libertà).
La vita in appartamento può avere contribuito a modificare in modo spesso importante alcuni aspetti del comportamento degli animali domestici. Possiamo parlare infatti di una progressiva “umanizzazione” dei nostri animali, che dividono gli spazi della casa con i loro padroni in maniera sempre più stretta, fino quasi a cercare di imitare le stesse azioni. Alcuni esempi tratti dalla ricerca Frontline Combo possono essere interessanti: “quando è in cucina il gatto segue i nostri stessi ritmi, ovvero inizia a mangiare quando mangiamo noi”, per non parlare del cagnolino che “sta sempre sulla poltrona, davanti ad un tavolino dove si trova un cestino con dei cioccolatini, e ha preso l’abitudine di cercare di mangiarli come facciamo noi”.
La scelta di spazi fino a poco tempo prima proibiti come letti, divani e poltrone, o la predilezione per armadi e cassetti, possono anche portare ad affermazioni quali, ad esempio, “Il gatto piange perché vuole entrare nell’armadio per andare a dormire su qualche maglione”, oppure “ ha l’abitudine di infilarsi nei cassetti” .
L’accettazione di questi comportamenti da parte dei proprietari può avere importanti conseguenze non solo sull’educazione e l’equilibrio degli animali, ma anche sull’igiene delle nostre case. Da un lato, infatti, l’animale non riesce ad identificare il suo sottoterritorio ed il suo ruolo e rango nel gruppo e può risentire di forme di stress dovute a tali confusioni. D’altro lato pensiamo alle uova e le larve delle pulci che, a nostra insaputa, possono infestare i luoghi dove passiamo i nostri momenti di relax come letti e poltrone, ma anche i nostri abiti!
All’aperto
Le uscite dei cani spesso si limitano alle aree verdi di parchi e giardini, dove hanno la possibilità di scorrazzare liberi senza correre rischi e di socializzare con i loro simili; l’istituzione di aree destinate agli animali e ai loro proprietari è stata senza dubbio un passo importante in questa direzione, tuttavia va ricordato che maggiore è la concentrazione di cani e più alte sono le possibilità che su quel terreno vi sia un numero elevato di parassiti e che gli animali possano scambiarseli tra loro. Quando più animali giocano a stretto contatto tra loro, ad esempio, aumentano i rischi che le pulci saltino da un ospite all’altro.
D’altra parte una buona socializzazione è fondamentale per ottenere un’ottima convivenza sia tra animale ed uomo che tra animale ed animale, e per evitare problemi comportamentali che vanno dall’eccessiva timidezza a forme di comportamento agonistico – aggressivo talvolta conclamate, e che richiedono l’intervento di un esperto (un terapista comportamentale) per essere ridotte o, se possibile, definitivamente risolte. La socializzazione corretta nell’ambito delle fasi di sviluppo comportamentale si sviluppa anche attraverso il gioco, che costituisce un elemento importantissimo per l’esercizio dei segnali di comunicazione intraspecifica. Una buona socializzazione, che si generalizza anche verso l’uomo, può consentire di interagire positivamente con altre specie. Ovviamente per questo anche l’insegnamento – basato sui sistemi di apprendimento – da parte del proprietario è determinante per la pacifica convivenza di specie molto differenti, quali il cane ed il gatto. E’ chiaro che ciò non deve andare a discapito dell’igiene reciproca e di quella più generalmente ambientale, per cui è necessario prevenire i problemi causati anche dalle infestazioni parassitarie.
Nell’ambito degli spazi domestici, sia cani che gatti, soprattutto se escono raramente di casa, sono a rischio. Pensiamo per esempio a come spazi “insospettabili” quali lo zerbino davanti alla porta possano essere ricettacoli di pulci lasciate dagli animali dei vicini di casa, per non parlare poi dei gatti che incontrano i propri simili in cortile.
Anche all’aperto è facile essere attaccati dai parassiti; i proprietari devono però tenere presente che questo problema non riguarda solamente gli animali randagi, ma anche quelli di casa che passano parte della loro giornata all’aperto.
Quando poi un cane o un gatto infestato rientrano a casa, c’è il rischio fondato che possano contagiare anche gli altri eventuali animali di casa o addirittura i proprietari, e infestare l’intero ambiente.
Un elemento che gioca a favore di un pronto intervento da parte del proprietario è che la presenza dei parassiti sul corpo degli animali non è difficile da individuare. A fine giornata, se l’animale trascorre quotidianamente del tempo nel verde, è quindi bene verificare l’eventuale presenza di parassiti, non dimenticando di setacciare anche zone nascoste, come gli spazi interdigitali, la faccia interna dei padiglioni auricolari, le aree ascellari e inguinali.
Le pulci passano da un animale all’altro, e da essi all’ambiente e viceversa. Inoltre uova, larve e pupe si annidano nell’ambiente, soprattutto nei luoghi più frequentati. L’infestazione dell’ambiente è quasi automatica; nello stesso modo, quando più animali vivono insieme e hanno l’abitudine di dividere gli stessi luoghi (dal divano al cuscino, dai tappeti al letto) o di scambiarsi le cucce è inevitabile che si verifichi un passaggio di parassiti. Non di rado, infatti, si verificano casi di re-infestazioni dovute alla convivenza con un animale su cui i trattamenti antipulci non vengono effettuati.
Naturalmente, pulci e zecche preferiscono cani e gatti, ma possono infestare anche gli uomini, tanto più che sempre più proprietari amano il contatto fisico con cani e gatti e consentono loro di giocare e dormire anche sui divani o sui letti.
Molto spesso i padroni non riescono – o non vogliono – far perdere ai loro amici a quattro zampe queste abitudini. Pensiamo ad esempio a chi “una volta ha trovato il cane sopra il letto e con il muso sopra il cuscino”, agli animali che “si mettono sul divano per dispetto se sono lasciati soli in casa”, o a quelli cui “non è permesso entrare nella camera dei bambini, ma appena possono ci vanno lo stesso e si nascondono perché sanno che non dovrebbero”.
Tutto questo va a incidere sull’igiene della casa, e può avere conseguenze sulla salute del padrone e dell’animale. Diventa quindi importante considerare la prevenzione la migliore strategia per evitare infestazioni dell’ambiente. Ciò insieme alla prevenzione di tutti gli altri problemi e/o disturbi comportamentali che possono interferire con quanto di positivo rappresenta la convivenza con i nostri amici a quattro zampe.
LE PULCI… IN PILLOLE
CHI SONO
Piccoli insetti scuri, non possono volare ma corrono con le loro zampe lunghe e forti e saltano fino a 100 volte la loro lunghezza (un paio di millimetri).
Hanno uno specifico apparato boccale con cui perforano la cute e succhiano il sangue direttamente dai vasi, secernendo nello stesso tempo una sostanza che ostacola la coagulazione.
Si insediano in tutto il corpo, ma di preferenza sulla linea mediana dorsale, sulle ascelle e alla base della coda. Vivono sul corpo dell’animale e si nutrono del suo sangue anche per 4-5 ore al giorno.
L’intero ciclo biologico (diviso in quattro fasi) della pulce può durare da un minimo di 21 giorni a un massimo di 4 – 6 mesi, a seconda delle condizioni ambientali.
PRECAUZIONI PER L’AMBIENTE
Oltre all’impiego di uno specifico antiparassitario in grado di agire in modo integrato sull’animale e sull’ambiente, per contrastare la prolificazione delle pulci possono essere utili alcune attenzioni:
– E’ importante una pulizia profonda di moquette e tappeti, se possibile utilizzando macchine a vapore. Le pulci infatti amano vivere nello sporco. Coperte e rivestimenti di divani, quando si teme o è in corso una infestazione, vanno lavate almeno una volta a settimana. Ci si può rivolgere anche a una ditta di pulizie per fare eseguire una pulizia professionale, ma questo non basta nel caso sia già presente un’infestazione ambientale.
– Una volta al giorno bisogna aerare bene ogni locale della casa, e anche la cuccia dell’animale, in quanto le pulci temono l’aria e la luce mentre prediligono il clima caldo-umido.
– Lenzuola e asciugamani è bene che siano lavati a temperature alte (dai 60 gradi in su).
– Naturalmente, anche l’animale deve essere controllato per accertare l’eventuale presenza di parassiti. Oltre a essere pettinato (con lo specifico pettine antipulci, a denti larghi da un lato e più stretti da un altro) e spazzolato ogni giorno, non va dimenticato di fargli due – tre bagni l’anno. Si tratta, infatti, di una buona profilassi igienica, il cui effetto è però limitato all’eliminazione di buona parte delle pulci adulte, ma senza alcuna efficacia per le uova e le larve.
IL CICLO VITALE
Per poter combattere le pulci è necessario conoscere il loro ciclo vitale, particolarmente complesso. infatti solo attraverso profonde trasformazioni esse diventano adulte. E ogni fase ha precise caratteristiche.
UOVA Sono lisce, bianche e ovoidali. Una femmina adulta depone (di solito di notte, quando l’animale sta dormendo) 40-50 uova al giorno, per un totale di 2000 uova nell’arco della sua vita. Perché le uova siano feconde, la femmina deve avere fatto un pasto di sangue sul suo ospite.
Le uova vengono deposte sul mantello dell’animale, ma poiché non si attaccano a esso, finiscono per terra e quindi, in una casa, su tessuti, tappeti, moquette, cuscini… In un arco di tempo che va dai due ai 12 giorni le uova si schiudono, liberando le larve.
LARVE Sono lunghe 3-4 millimetri e si riescono a vedere a occhio nudo. Sembrano piccoli vermi, con una bocca già capace di masticare. Si nutrono dei microscopici residui organici che si trovano sulle superfici delle uova da cui sono nate ed evolvono in un arco di tempo che va dai 10 a 21 giorni.
PUPE (ninfe o crisalidi) Una volta mature, le larve si ricoprono di svariati detriti, legati insieme da fili di seta, creando un bozzolo, nel quale possono restare da pochi giorni a un anno, a seconda delle condizioni ambientali. Durante questo processo, le giovani pulci sono quasi invincibili, capaci di resistere a insetticidi e a temperature bassissime. Quando le condizioni ambientali si fanno più favorevoli e si profila all’orizzonte un ospite da parassitare, che viene individuato tramite le vibrazioni, la variazione di temperatura e l’anidride carbonica ambientale, le ninfe emergono dal bozzolo.
ADULTI Sono scuri, con un guscio duro e ricoperto di peli; senza occhi, hanno un apparato boccale adatto a perforare la pelle e a succhiare il sangue. Sono agilissimi e, rispetto alle loro dimensioni, capaci di spiccare balzi enormi, fino a 100 volte la loro altezza.
Dei quattro stadi, la fase adulta occupa solo il 5% dell’intera vita della pulce. Se si potesse contare il numero delle pulci, tra quelle sull’animale e quelle disperse nell’ambiente, per ogni 5 pulci vi sarebbero 50 uova, 35 larve e 10 pupe.
I DISTURBI PROVOCATI
Le pulci della specie Ctenocephalides felis, le più comuni negli animali domestici, sono sempre molto fastidiose in quanto le loro punture causano un forte prurito, determinando ferite e croste in tutto il corpo.
Nei cuccioli, la perdita di sangue può anche indurre gravi episodi di anemia.
Nei cani e gatti un problema piuttosto diffuso è la dermatite allergica da pulci.
In pratica, gli animali diventano allergici alla saliva del parassita, con cui entrano in contatto durante il pasto di sangue, e a ogni contatto successivo con le pulci compaiono imponenti reazioni allergiche cutanee.
Nel cane la dermatite si presenta con un forte prurito e la comparsa di papule nella parte posteriore del corpo; grattandosi spesso e con insistenza finisce con il perdere il pelo e procurarsi desquamazioni e lesioni.
Il gatto, oltre a grattarsi, intensifica l’attività di leccamento, perdendo pelo soprattutto su fianchi, addome e zampe.
Molto spesso le pulci trasmettono a cani e gatti il Dipylidium caninum, un verme piatto della famiglia delle Tenie, che provoca diarrea, aumento dell’appetito e insieme dimagramento.
Quando l’infestazione riguarda tutto l’ambiente, le pulci possono attaccare anche l’uomo, determinando la comparsa di sintomi fastidiosi quali prurito, arrossamenti e ponfi.
La pulce è in grado di compiere salti equivalenti a 100 volte la propria altezza.